Husserl
Il pensiero della crisi
La formazione di Husserl e l’elaborazione della fenomenologia
Husserl nasce come matematico, ma si rende conto che la matematica e la scienza moderna si sono allontanate dall’esperienza vissuta. Così, sviluppa la fenomenologia, un metodo filosofico che cerca di tornare “alle cose stesse”, cioè all’esperienza originaria, prima delle interpretazioni scientifiche.
Per lui la filosofia deve diventare una scienza rigorosa, capace di fondarsi su basi certe, come la matematica, ma rivolgendosi alla coscienza e all’esperienza soggettiva.
Il valore della scienza per l’esistenza umana
Husserl critica la scienza perché, pur avendo avuto successo tecnico, non dà più senso alla vita umana.
La scienza moderna descrive il mondo in modo oggettivo, ma ha dimenticato il rapporto tra mondo e coscienza. Questo porta a una crisi della cultura: l’uomo moderno conosce il mondo, ma non conosce più se stesso.
La matematizzazione del mondo
Husserl riprende un concetto galileiano: la scienza moderna matematizza il mondo, cioè lo riduce a grandezze misurabili, numeri e formule.
Ma questo processo ha allontanato l’uomo dalla realtà vissuta, cioè dal mondo com’è percepito dalla coscienza nella vita quotidiana.
Perciò Husserl propone di tornare al mondo della vita, chiamato Lebenswelt, che è la realtà così come la viviamo prima di ogni astrazione scientifica.
Il metodo fenomenologico di Husserl
L’epoché fenomenologica
Per vedere le cose “così come appaiono alla coscienza”, Husserl propone l’epoché, cioè la “sospensione del giudizio” sul mondo esterno.
Questo non significa negare l’esistenza del mondo, ma metterla temporaneamente “tra parentesi” per concentrarsi su come il mondo appare nella coscienza.
È come dire: “non mi interessa se il mondo esiste davvero, mi interessa come lo vivo e lo percepisco”.
Il processo di costituzione del senso delle cose
Per Husserl, le cose non hanno un senso in sé, ma il senso viene costituito dalla coscienza.
Ad esempio: un oggetto non è solo “lì”, ma è vissuto come qualcosa da vedere, toccare, usare, ecc.
Il mondo acquista significato solo attraverso l’intenzionalità della coscienza, cioè il fatto che la coscienza è sempre “diretta verso qualcosa”.
Il processo di costituzione del soggetto
Anche il soggetto non è qualcosa di già dato, ma si costituisce nel rapporto con il mondo.
La coscienza si costruisce attraverso l’esperienza, non è un “io” chiuso in sé, ma è sempre aperta, in relazione alle cose e agli altri.
Questo significa che l’identità personale nasce nel tempo, dal rapporto tra percezione, ricordo, desiderio, immaginazione, ecc.
La fenomenologia come scienza “eidetica”
La fenomenologia non vuole solo descrivere ciò che accade nella mente, ma vuole cogliere le essenze (eidos), cioè le strutture fondamentali dell’esperienza.
Non si accontenta del caso singolo, ma cerca di scoprire “ciò che rende una cosa quella che è”.
Ad esempio: non studia solo “questa sedia”, ma la sedia in quanto tale, cioè la forma generale di sedia, ciò che tutte le sedie hanno in comune.
Le evidenze originarie della realtà
Per Husserl, la coscienza ha un contatto diretto con la realtà, attraverso ciò che lui chiama “evidenza originaria”.
È un’esperienza chiara, intuitiva, dove la cosa si mostra da sé, senza bisogno di prove esterne.
Questo è diverso dalle evidenze scientifiche: è il fondamento di ogni conoscenza, perché parte dalla coscienza stessa.
Il mondo della vita e il rapporto con gli altri
Il Lebenswelt (mondo della vita) è il mondo della nostra esperienza quotidiana, prima di ogni teoria.
È il mondo che viviamo prima di ragionarci sopra, quello che appare alla nostra coscienza come ovvio, vissuto, immediato.
Husserl sottolinea anche che non siamo soli, ma viviamo sempre in un mondo condiviso con gli altri: comprendere noi stessi significa anche capire come ci relazioniamo all’altro.



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